Come un pupazzo
di paglia, inetto
al suo lavoro,
Shira fu seviziata
per due orrendi giorni.
Non bastò lo stupro
di gruppo, le accecarono
gli occhi nerissimi,
la mutilarono quasi bestie
insaziabili e fuggirono
i vigliacchi, come iene.
Dopo ventiquattro mesi
di processo da burla
ancora il padre, solenne,
accende un lumino
ogni giorno, dinnanzi all'immagine
di lei, la bella violata.
Tornava quella sera
maledetta, dal duro
lavoro ed il suo sari
impolverato sedusse,
ad arte, il branco
dei maschi vogliosi
di carne verginale.
Lo dicono le donne,
lo affermano le donne,
ed il puzzo della loro
"verecondia" muliebre sale
fino al cielo e precipita
sulla terra avvelenata.
N.d.A.: non c'è nemico più spietato per una donna delle altre donne "oneste".
Così è accaduto nel villaggio di Shira. Così accade ancora oggi sugli scranni del Parlamento. Ed è la peggior sconfitta che si debba subire.
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Fiammetta Lucattini
- 18/03/2014 10:35:00
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Cara Maria, se tu sapessi quanto mi stupisco della furia che monta dentro di me, credo che ti spaventeresti. Sarà forse il cervelletto che si è dato alla fuga? Se puoi qualcuno, intendoi rappresentanti del sesso forte, diranno che cè un piccolo gruppo di dementi ancora femministe, rispondo solo che il Femminismo, quello con la F maiuscola, è stato ucciso da qualche mazzo di fiori in più, offerto dalle televisioni di Stato. Quanto al partorire, le doglie ci accompagnano fino alla morte e nellOltre cosa accadrà? Un abbraccio, carissima.
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Maria Musik
- 16/03/2014 22:00:00
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La violenza alle donne è la violenza del mondo. In un modo o nellaltro, siamo tutte state violentate almeno una volta. Cè la violenza più orrenda, ci sono le sevizie, lo stupro etnico... ma anche la violenza quotidiana del "così come tu mi vuoi", dellimpossibilità di andarsene, dellumiliazione, spacciata per amore, dei nostri talenti, delle nostre persone. I figli... a volte, ne sono il motivo o la scusa. Nate per dare la vita: quante volte?
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Fiammetta Lucattini
- 16/03/2014 21:10:00
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No, cara e preziosa amica, non hai sbagliato. Noi donne ce landiamo sempre a cercare. Ed allora arrivano uno schiaffo, un pugno e perchè no? una coltellata o una martellata tanto poi il mostro ha imparato a costituirsi e, se si uccide, fugge due volte. Ma come vedi stiamo parlando da sole, al vuoto ed al silenzio esistenziale che circondano il femminicidio ed in genere, le violenze alle donne. Che tristezza e che rabbia!
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cristiana fischer
- 13/03/2014 10:23:00
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cara Fiammetta, sono daccordo sulla necessità di denunciare: che cosa? quegli schemi mentali e sociali che prescrivono i ruoli in cui le donne si dovrebbero accomodare per non dare fastidio, quindi buone, brave, generose, comprensive... ma anche rigorose, custodi, intransigenti, morali, giuste... veri modelli-prigione, in quanto obbligatori e intransigenti nella tua poesia ho letto nel "puzzo della loro verecondia muliebre" che intendevi svergognare le donne che accusano le giovani di "essersela andata a cercare" ho sbagliato, sovrapponendo miei pensieri al tuo testo?
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Fiammetta Lucattini
- 13/03/2014 10:11:00
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Cara Celina, Carissima Cristiana, non sono tanto sciocca da non aver compreso che i commentatori mi preferiscano in veste sentimentale, e sono liberi, ovviamente, di scegliere. Ma alle recherchiane dico che se non cominceremo a scrivere e a denunciare, perché no, in versi questi orrori con fermezza e un pizzico di coraggio, la poesia finirà in soffitta come il baule della propria nonna. Riflettete. Ci stiamo giocando il futuro, ma soprattutto lidentità delle donne che oggi sono bambine o adolescenti, ma rischiano di crescere in un dramma infinito. Spero che qualcuno raccolga questo impopolarissimo messaggio.
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cristiana fischer
- 12/03/2014 17:35:00
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lordine sociale è un Moloch e le donne spesso fanno le vestali, è orribile da dire e da pensare, ma è anche vero
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Celina Di Marco
- 12/03/2014 10:02:00
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Lefferatezza di queste violenze di gruppo in India impressiona lopinione pubblica, ma anche in Italia le donne continuano a morire ogni giorno, non tanto per opera del branco, ma per mano di chi fino a qualche tempo prima aveva affermato di amarle. Anche qui serve un bel cambiamento culturale, a cominciare dalleducazione dei più piccoli, ai quali non si insegna sufficientemente la gestione delle emozioni, quali laggressività, il senso di frustrazione, e laccettazione del rifiuto. Poesia civile.
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